03 luglio 2017

scambiare una ragazza con Paolo Villaggio

Prima di diventare il radiocronista che conoscete tutti, Giulio è stato mio compagno di liceo. Nonostante fosse ricco, Giulio era generoso, ma non di quella generosità spocchiosa e furba: era generoso dal cuore, di quella generosità che non viene dal portafogli ma dall'anima. Pur di stare insieme, era capace di venirmi a prendere da casa sua (Cassia, ben oltre Tomba di Nerone) fino a casa mia (Colosseo), andata e ritorno. Per chi non è di Roma: un'impresa, specie se col vespino, specie se per le strade romane (anche allora lo schifo di oggi).
Piccolo, troppo piccolo per giocare a calcio, commentava in diretta le interrogazioni in cattedra come fossero Tutto il calcio minuto per minuto. E, infatti, anni dopo ne sarebbe diventato una delle colonne portanti.
Con lui, con Michele e Alberto, passavamo pomeriggi interi a casa sua, ascoltando le partite alla radio (che lui compulsava pressoché immediatamente), e soprattutto guardando VHS.
Già, ricco com'era, Giulio fu tra i primissimi ad avere in casa un videoregistratore. Inutile dire che c'era la fila per stare con lui e guardarsi film altrimenti introvabili.
La tecnologia non era immediata come quella odierna, ed era decisamente spontaneo e ovvio imparare a memoria un film anche se visto una sola volta. In più, nonostante allora fosse possibile, ben pochi genitori erano disposti a farci vedere i film al cinema più di una volta consecutiva. Insomma, YouTube neanche stava nella mente del genere umano. Certo è che l'arrivo del videoregistratore aprì le porte a un mondo che per i giovani di oggi è quasi ovvio, ma per noi era un'assoluta novità.
Fatto sta che i VHS che divoravamo con Giulio erano proibiti, proibitissimi. I nostri genitori, tutti i genitori di tutti noi, non volevano che guardassimo certe scene. Era tutto proibito, dolcemente proibito.
Quindi, ci si riuniva dentro una stanza, bassissimo volume, libri aperti per dare l'idea che stessimo studiando, e uno di noi davanti all'apparecchio, pronto per spegnerlo alla bisogna.
Infatti, la mamma di Giulio, con la scusa di portarci la merenda, bussava spessissimo, temendo chissà quali visioni... ma non erano porno i nostri VHS: erano i film di Fantozzi.
Per anni non l'abbiamo mai detto a nessuno, figuriamoci: anziché farci i pipponi davanti a Moana o la Lothar, noi ci sparavamo tonnellate di Fantozzi, Fracchia, la Mazzamauro, Filini, lo schfilatino, la scritta sul cielo, la cagata pazzesca...
Poi, è ovvio, un bel giorno - chi prima, chi poi - abbiamo scoperto l'eros... e le avventure di Fantozzi sono diventate un ricordo.
Qualche lustro dopo, lavorando per Piero Angela, mi ritrovai Paolo Villaggio davanti la redazione di Quark mentre passeggiava per fatti suoi, con quei tuniconi enormi che indossava con classe. Non sapevo cosa dirgli, non aveva senso dirgli qualcosa. Lo seguii con lo sguardo, con affetto e devozione, commuovendomi un bel po', convinto che anche lui conoscesse quel nostro segreto così casto.
So long, Paolo Villaggio... avevi ragione tu: "La corazzata Potëmkin è una cagata pazzesca"; ma anche il resto non è da meno.

Nessun commento: