30 dicembre 2013

Lewis Nash e Steve Wilson a #UJW21 (recensione da #Orvieto, #jazz)

Un'operazione rischiosa quanto affascinante che non ha tradito le aspettative, anzi: i sax di Wilson e la batteria di Nash hanno regalato un concerto memorabile e ricco di bellissima musica.
Sicuramente è stato un set dall'ascolto impegnativo; in più, è sempre più evidente come tra i due il più dotato e personale sia Nash: ma sono stati novanta minuti di altissima musica come raramente si era ascoltata negli ultimi Winter di UJ.
Scaldate le mani con un Fats Waller in stile Coltrane (con un raffinato Jitterbug Waltz), omaggiato a dovere il vate Silver, i due hanno raccontato Monk alla grande, con una suite di venti minuti che ha raggiunto livelli di assoluta eccellenza, rispettando i rigorosi ma fluidi canoni di Monk.
Se mai voleste ritrovare le radici profonde del Monk più vero e più genuino, dovreste trovare e provare questa suite magistrale.
Si è passati poi per un Ellington meno noto per finire dentro i due momenti solo: Wilson ha cercato Coltrane con ogni singola nota, mentre Nash ha dimostrato di essere più intraprendente, dando anche del filo da torcere a Roach e Williams cui sembra riferirsi a più riprese.
Gran finale con una Caravan molto suggestiva in cui i due sembravano più rincorrere  con disinvoltura la ritmica originale di Sonny Greer che la nota melodia.
Bis rapido ma sornione, e un disco promesso di imminente uscita.

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